L’innovazione tecnologia caratterizza ormai la nostra vita in ogni suo aspetto. Attraverso gli smartphone, in particolare, riusciamo a controllare ogni cosa: dagli elettrodomestici quali lavatrici, frigo, TV e aspirapolvere fino all’accensione e allo spegnimento delle luci di casa. La tendenza è, dunque, rendere le nostre case sempre più smart ovvero dotate di dispositivi intelligenti, tra cui ad esempio Alexa e Google Home, che ci consentano di svolgere le normali attività quotidiane con l’aiuto di un assistente vocale sempre presente. Tali strumenti, sviluppati negli ultimi anni, hanno letteralmente spopolato rendendo il processo di innovazione tecnologica qualcosa di inevitabilmente necessario.

E’ possibile mettere un timer, porre delle domande, ascoltare musica, impostare dei promemoria o addirittura interloquire, ovviamente in maniera basilare, con essi. La tecnologia smart rappresenta sicuramente uno dei traguardi più importanti del nostro secolo in quanto capace di offrire all’utente di destinazione servizi fino a pochi anni fa impensabili.

Ma l’innovazione tecnologica su cui questi strumenti si fondano va ben oltre le capacità elencate, a prima vista banali. Ciò che, infatti, ci preme sottolineare è come la creazione e l’introduzione nelle nostre vite di queste tecnologie abbia favorito e sicuramente migliorato la vita di anziani e persone diversamente abili consentendo loro di svolgere azioni, comunemente routinarie, prima impossibili da compiere in autonomia per loro.

L’innovazione: tra vantaggi e aggiornamento

Come precedentemente accennato, sono tanti gli aspetti della nostra vita in cui il cambiamento tecnologico ha avuto un impatto più che positivo. Tra questi sicuramente la possibilità di demandare un determinato compito a qualcun altro, in questo caso a qualcos’altro attraverso un comando vocale o l’automatizzazione di attività prima manuali, sono aspetti indubbiamente positivi e sensazionali.

Al di là dell’indubbia comodità di questi strumenti, ciò che ha davvero reso l’innovazione un passo decisivo nel processo di evoluzione umano è la possibilità di azione, fornita da questi strumenti, a soggetti con limitate capacità di movimento. Un esempio potrebbe essere l’utilizzo di robot da cucina comandabili attraverso comandi vocali o, addirittura, l’installazione di tapparelle motorizzate la cui leggerezza e semplicità ne consente l’utilizzo da parte di chi è impossibilitato ad alzare o abbassare le tapparelle tradizionali.

Si tratta di esempi apparentemente banali ma che influiscono effettivamente sulla qualità della vita delle persone, migliorandola in maniera evidente. Dunque fabbri, elettricisti, idraulici e figure simili hanno dovuto, nel tempo, tenere il passo aggiornando costantemente le loro skill per far fronte a quello che è, tuttora, un cambiamento continuo e inarrestabile, proprio come i fabbri esperti in provincia di Milano.

Innovazione: cosa resta delle tradizioni?

Nonostante, come ampiamente detto, il processo di innovazione tecnologica comporti più benefici che svantaggi, è anche vero che il risvolto negativo della medaglia risiede nella perdita di tradizioni e routine. Pensiamo, ad esempio, a come l’avvento dei computer abbia spazzato via il mondo dell’editoria. Oggi la maggior parte dei lettori, con qualche riserva per i tradizionalisti, non compra più i libri in formato cartaceo bensì in formato digitale.

O banalmente, se soltanto 50 anni fa, per comunicare da un luogo all’altro si utilizzavano lettere cartacee il cui arrivo a destinazione non era mai certo, oggi è sufficiente inviare una mail potendoci assicurare, volendo, non soltanto che essa sia arrivata a destinazione ma che sia anche stata letta. Ciò che si è perso è l’attesa, la capacità di aspettare o, semplicemente, la bellezza di sottolineare, scrivere o semplicemente conservare un libro dopo averlo letto. La cura nel conservare lettere impregnate di ricordi perché scritte anni e anni prima. Insomma, è indubbio l’impatto positivo e rivoluzionario della tecnologia attuale sulle nostre vite, tuttavia resta da chiedersi: cosa resterà delle tradizioni?